Vi è mai capitato di sentire uno scrocchio alla mandibola durante uno sbadiglio o mentre mangiate associato a dolore? Di svegliarvi alla mattina con un forte mal di testa e vertigini? Di non riuscire a riposare bene durante la notte a causa di forti tensioni a livello della muscolatura cervicale? Queste sono solo alcune delle problematiche che possono avere all’origine, una disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare.
Le articolazioni temporo-mandibolari sono delle articolazioni di cui si sente poco parlare, ma che hanno un’importanza vitale, perché senza di esse non si potrebbe mangiare, ad esempio.
Quest’ultima, detta anche ATM, è l’articolazione tra il condilo della mandibola e la fossa mandibolare dell’osso temporale. Fra i due capi articolari si interpone una struttura fibrocartilaginea chiamata disco articolare, che aiuta a lubrificare l’articolazione, permettendo quindi di ridurre l’attrito fra i capi articolari, che in assenza del disco diventerebbe di 2-3 volte superiore.
Queste strutture anatomiche, soprattutto perché mosse dalla forza di molti muscoli, possono essere sede di patologia determinando una serie di sintomi, che ne compromettono il normale funzionamento.
Casistica e Tipologia di disturbi
Il disordine dell’ATM, rappresenta la principale causa di dolore facciale. Colpisce maggiormente le donne con un rapporto di 8 a 1 rispetto ai maschi, con una frequenza maggiore nelle donne appena al di sopra dei 20 anni e in età compresa tra i 40 e i 50 anni. Non esiste una definizione univoca di questa patologia ma può essere utile suddividere il disturbo in due tipologie distinte: un disordine dell’articolazione temporo-mandibolare correlato a disturbi muscolari (miogeno) ed un disordine dell’articolazione temporo-mandibolare correlato a reali disturbi articolari (artrogena). Tuttavia è giusto specificare che molto spesso le due entità cliniche coesistono nello stesso paziente.
La forma miogena è la più frequente, spesso collegata al bruxismo notturno o alla tensione sull’articolazione durante il giorno (tipica dei soggetti ansiosi o sotto stress).
La forma artrogena, meno frequente, può essere provocata da traumi diretti sull’articolazione, artrite sistemica, disordini degenerativi dell’ATM o del disco articolare, infezioni, anchilosi o neoplasie.
Sintomi
I sintomi più frequentemente riferiti dal paziente con un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare variano in base alla gravità della patologia. I pazienti possono lamentare sensazione di acufeni o dolore nella regione dell’orecchio, spesso confuso come sintomo di otite, che si esacerba con il movimento della mandibola e si irradia alla testa. Nelle forme miogene il dolore può essere mono o bilaterale mentre nelle forme artrogene è più spesso monolaterale.
Rispetto a quanto accade in caso di otite, il dolore legato a questo disturbo ha solitamente caratteristiche trafittive (come una puntura di spillo) e tende a ripresentarsi nell’arco di un periodo temporale anche molto lungo. Il paziente può inoltre essere in grado di avvertire un rumore nel movimento della mandibola, definibile come un “click”. Il paziente può anche sperimentare una limitazione dell’apertura della mandibola o dei blocchi mandibolari che possono avvenire sia in apertura che in chiusura. Un disordine dell’articolazione può essere un fattore in grado di scatenare vertigini e/o attacchi di cefalea che copre il tratto cervicale fino alla fronte passando sul tratto temporale , soprattutto in un soggetto già predisposto.
Diagnosi e Trattamenti
Il paziente che giunge in ambulatorio, con uno dei sintomi precedentemente citati o con un sospetto di disordine dell’ATM, può essere valutato dal fisioterapista attraverso test clinici e misurazioni, tuttavia la diagnosi di disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare si basa su una prima valutazione fatta dall’odontoiatra, che in certi casi può richiedere anche esami strumentali quali la radiografia, risonanza magnetica o TAC; può inoltre proporre l’utilizzo di ortesi gnatologiche, chiamati “bite”, utilizzati solitamente durante il sonno per ridurre le tensioni a livello articolare, soprattutto nel caso di bruxismo.
Insieme, le due valutazioni, permetteranno di avere un quadro il più delineato possibile per definire successivamente l’iter terapeutico più corretto per il paziente.
La riabilitazione prevede sedute di terapia manuale volte al trattamento:
- craniale, attraverso tecniche di presa manuali
- cervicale, a livello di tutta la muscolatura masticatoria e del collo
- miofasciale, un lavoro mirato sui punti più sensibili che danno dolori irradiati
- articolare, per ripristinare la corretta mobilità dell’ATM.
Tutto ciò, oltre alla terapia fisica, come la laserterapia, viene proposto per risolvere da subito la sintomatologia dolorosa, fino alla completa risoluzione della disfunzione. Alla terapia ambulatoriale devono seguire anche lavori attivi che prevedono esercizi specifici per il ripristino e mantenimento della mobilità articolare e per il miglioramento della propriocezione di quest’ultima in modo che non seguano recidivanti.
E’ stato accertato che un soggetto con disturbi dell’ATM che oltre all’utilizzo del bite decide di seguire un percorso fisioterapico ha una percentuale di risoluzione di tutta la sintomatologia dolorosa e disfunzionale molto più alta e più rapida rispetto a chi ricorre solamente all’utilizzo del tutore notturno.
Il disturbo temporo-mandibolare, viene molto spesso confuso con problematiche diverse e distanti dal reale problema, per questo motivo rivolgersi ai giusti professionisti rimane la prerogativa per una corretta diagnosi e quindi per un mirato percorso riabilitativo.
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