La spalla è una delle articolazioni più complesse del nostro corpo e la elevata quantità di patologie lievi, medie o gravi che la vedono protagonista la rendono molto interessante ai fini rieducativi e riabilitativi.

Ci sono tanti tipi di trattamento in relazione al tipo di danno che viene diagnosticato e soprattutto ci sono tempi differenti per poterli applicare in relazione alla problematica riscontrata.

In questo breve articolo vogliamo cercare di spiegare in parole semplici l’importanza del trattamento in piscina riabilitativa della spalla e soprattutto in quali tempistiche proporlo.

Perché la terapia in acqua?

Abbiamo già descritto ampiamente nei precedenti articoli le caratteristiche della piscina terapeutica e le funzioni dell’acqua calda nella rieducazione ma lo ricordiamo brevemente:

  • Rilassamento muscolare dovuto al calore dell’acqua e al massaggio della stessa durante il movimento
  • Sgravo del peso corporeo e quindi del peso sulle articolazioni grazie al galleggiamento
  • Lavoro sulla stabilità dovuto al continuo stimolo di propriocezione aspecifica
  • Importantissima a livello emotivo perché toglie il dolore, dà coraggio e stimola dunque a continuare il percorso riabilitativo

Quali sono le principali patologie di spalla?

Le più comuni patologie di spalla sono le seguenti:

  • Lesione della cuffia dei rotatori
  • Tendinopatie calcifiche
  • Instabilità di spalla
  • Sindrome da impingement
  • Artrosi gleno-omerale
  • Fratture e lussazioni
  • Rigidità articolare

In tutte queste problematiche, ma non solo, il trattamento in acqua ha una valenza specifica sia nell’approccio post-operatorio che eventualmente in quello conservativo (dove non si è stati sottoposti a chirurgia) ed ancora nella preparazione ad un eventuale intervento programmato.

Ognuna di queste patologie prevede un determinato percorso riabilitativo, dove l’acqua ha quasi sempre un ruolo fondamentale se prescritta ed effettuata nei tempi corretti.

Ad esempio, dopo un intervento di sutura della cuffia dei rotatori il trattamento in acqua non inizierà prima del 35° giorno post-operatorio (dove fino a quel momento si è però lavorato in ambulatorio con il terapista) e sarà un trattamento graduale sia a livello di mobilità che di resistenza in integrazione al trattamento a “secco”. I protocolli unicamente in ambulatorio di riabilitazione di riparazione della cuffia dei rotatori tradizionali spesso ritardano il movimento attivo della spalla per 6 settimane o più. L’inclusione precoce di un programma di esercizi assistiti dall’acqua completa quindi un approccio unico alla gestione post-operatoria permettendo una mobilità più precoce. Possiamo dunque dire che l’elevazione della spalla in acqua a velocità più basse comporta un’attivazione significativamente più bassa della cuffia dei rotatori e dei muscoli sinergici. Questa ridotta attivazione muscolare durante la terapia in acqua consente un movimento attivo precoce nel periodo post-operatorio senza compromettere la sicurezza del paziente.

Anche dopo fratture o protesi su fratture è bene attendere almeno 45 giorni per evitare problematiche relative alla formazione del callo osseo.

Nelle rigidità di spalla, nelle protesi non successive a fratture, nelle capsuliti adesive è bene invece iniziare il trattamento in acqua il prima possibile.

In tutte queste problematiche il terapista valuta la tipologia e la modalità di trattamento cercando di lavorare in un rapporto 1:1 (dentro l’acqua insieme al paziente) nelle prime fasi del trattamento per arrivare successivamente a dare più autonomia possibile proponendo esercizi ad hoc (dove il paziente lavorerà attivamente e da solo) fino al completamento del protocollo riabilitativo.

Come detto la piscina riabilitativa può avere un ruolo di primaria importanza anche in altri 2 casi:

  • Il trattamento conservativo
  • Preparazione ad un eventuale intervento chirurgico

L’esecuzione di movimenti in piscina terapeutica induce contrazioni muscolari concentriche a sforzo molto basso con un vantaggio durante la riabilitazione precoce per poter ripristinare la mobilità articolare creando meno disagio possibile.

Un altro vantaggio della riabilitazione precoce della spalla in acqua è quello di poter aumentare l’articolarità dando una bassissima sollecitazione meccanica.

L’idrokinesiterapia dunque è una parte fondamentale del percorso riabilitativo della spalla e deve sempre essere associato ad un trattamento in ambulatorio con il terapista per poter lavorare a 360° sulla problematica.

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