In questo articolo approfondiamo una patologia chiamata coxalgia: vediamone i sintomi e la cura più appropriata. La coxalgia è un dolore che colpisce la zona delle anche, generalmente nella parte anteriore (quindi quella inguinale), ma che a volte può colpire anche la zona posteriore, del gluteo. Si tratta di una malattia degenerativa, che può essere debilitante anche per i movimenti più semplici a livello di deambulazione.
Coxalgia: campanelli d’allarme da non sottovalutare
Molto spesso quando si sente qualche dolore insolito si tende a minimizzarlo, sperando che esso passi senza dargli troppa importanza.
Quando i dolori si presentano però a livello dell’anca, soprattutto se insistenti e debilitanti, è opportuno recarsi da uno specialista per approfondire la problematica con attenzione.
Nello specifico, la coxalgia non è sempre causata da un trauma diretto, quindi non sempre è facile da individuare, ma alcuni campanelli d’allarme possono aiutare a classificarla come tale. Tra i sintomi da non trascurare, si trovano:
- Dolore insistente nella zona inguinale e/o del gluteo, soprattutto durante movimenti (anche semplici, come la camminata);
- Dolore intenso nelle zone sopracitate, in seguito a attività sportive e sovraccarichi muscolari;
Ad accompagnare tali dolori, spesso molto intensi, ci possono essere patologie più importanti e difficili da individuare. Molto spesso la coxalgia è causata dall’artrosi, oppure da una postura scorretta, o ancora da problematiche alle ginocchia, ai piedi e al bacino, ecc.
Non si tratta di una patologia che colpisce solo in età avanzata, come spesso si tende a pensare: in realtà anche in età pediatrica vengono evidenziati molti casi di coxalgia.
Si distinguono due tipi di artrosi dell’anca: la primitiva, che tende a colpire persone di età più avanzata, e la secondaria, che molto spesso è causata da deformità a livello articolare (pensiamo ad esempio alla displasia dell’anca, patologie reumatiche o infettive, ecc).
Coxalgia: sintomi e cura
Con dolori più o meno intensi che colpiscono questa zona del corpo, è opportuno rivolgersi ad uno specialista, che nella maggior parte dei casi prescriverà radiografie all’anca e al bacino, oppure ecografie se si tratta di pazienti in età pediatrica.
Curare la coxalgia significa in primo luogo cercare di alleviare il dolore, che a volte può essere addirittura debilitante, tanto da spingere il paziente a muoversi il meno possibile. La cura avviene quindi in maniera graduale, dapprima prevedendo periodi di riposo associati a farmaci antinfiammatori; possono essere utilizzati anche anestetici, cortisonici o iniezioni di acido ialuronico.
Per i casi più debilitanti, gli specialisti prescrivono sedute di fisioterapia, ultrasuoni, magnetoterapia, laserterapia e chinesiterapia. Lo scopo di queste terapie è sicuramente un miglioramento a livello di funzionalità articolare, e si mira sempre come scopo ultimo al ripristino delle funzioni di deambulazione, limitando il più possibile dolori e ricadute.
Si tratta di un percorso impegnativo che va seguito con costanza, e non è pensabile di curare la coxalgia assumendo unicamente farmaci antinfiammatori. Associando le diverse tecniche di fisioterapia a movimenti dapprima passivi della zona dolorante, e via via attivi, con altrettanto efficace stretching e rinforzo dei muscoli, si può arrivare ad una ripresa totale delle funzioni deambulatorie.
E’ fondamentale quindi affidarsi ai consigli di uno specialista, senza mai improvvisare esercizi e/o terapie da seguire, in modo da recuperare velocemente senza aggravare ulteriormente le proprie condizioni.
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