Una delle zone del corpo più soggetta a fratture, è la caviglia. Basti pensare alla sua posizione, che la vede caricata del peso di tutto il corpo.
La caviglia è un’articolazione composta in realtà da tre ossa: la tibia, il perone e l’astragalo (osso che si trova tra il calcagno e l’osso della tibia e del perone). Chiaramente le prime due riguardano l’articolazione della caviglia solo nelle loro estremità inferiori, che più nello specifico si chiamano malleolo mediale (parte interna della tibia), malleolo posteriore (parte posteriore della tibia) e malleolo laterale (parte inferiore del perone).
Quando nella lesione della caviglia ci sono due fratture contemporaneamente nella parte superiore dell’articolazione, si parla di frattura bimalleolare. Questa frattura si verifica generalmente con un forte colpo esterno, che costringe il piede a ruotare in maniera molto potente ed improvvisa, fino a strappare il malleolo mediale dal corpo della tibia. Come suggerisce il termine, ‘’bimalleolare’’ è quindi quella frattura che coinvolge entrambi i malleoli, quello mediale e quello laterale.
Le lesioni alla caviglia sono molto frequenti soprattutto negli sportivi, calciatori, atleti, e nello specifico la frattura bimalleolare non è così rara come si possa pensare. E’ fortunatamente facile da riconoscere, poiché crea forti dolori che impediscono anche la normale deambulazione, ma va diagnosticata con certezza tramite ecografie o raggi, per capirne la gravità e determinare immediatamente la terapia da seguire per una rapida e completa guarigione.
Trattandosi di una zona del corpo fondamentale, si cerca sempre di ripristinarne l’uso a come era prima della frattura, evitando di lasciare situazioni irrisolte, che potrebbero nel tempo portare a lesioni sempre più gravi. Riprendere la corretta funzione di tutta l’articolazione, può essere complicato, proprio perché le ossa e i legamenti coinvolti sono molti. Per questo è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico quando si ha il sospetto di avere una lesione importante alla caviglia, sia che essa comporti grande dolore, sia che essa abbia un aspetto diverso dal solito, come un rigonfiamento o un rossore sospetti.
Frattura bimalleolare: come si cura
Uno dei metodi più utilizzati per la riabilitazione di una frattura bimalleolare, è l’idrokinesiterapia; grazie alla temperatura specifica utilizzata nelle piscine riabilitative, si può infatti apportare sollievo al dolore durante gli esercizi di riabilitazione post operazione chirurgica, e dare loro ancora più efficacia.
L’idrokinesiterapia, infatti, sfrutta le proprietà dell’acqua, che permettono di effettuare movimenti senza sentirne il peso a carico dell’articolazione da curare: basti pensare che il peso del corpo, in acqua, viene alleggerito fino al 90%, e quindi lo sforzo necessario per svolgere determinati esercizi riabilitativi è decisamente inferiore se paragonato a quello necessario per gli stessi movimenti effettuati fuori dall’acqua.
Per la frattura bimalleolare si consigliano esercizi in acqua dapprima eseguiti da un fisioterapista, in quella che viene chiamata ‘’terapia passiva’’: in questo momento, è lo specialista che muove il piede e l’articolazione della caviglia del paziente, per evitare che egli senta dolore o effettui movimenti troppo bruschi. Quando il fisioterapista lo ritiene opportuno, si passerà alla ‘’terapia attiva’’, che prevede che sia il paziente stesso a effettuare i movimenti, riprendendo consapevolezza dei propri movimenti.
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