E’ in questi casi che è fondamentale non lasciare immobile a lungo l’arto, per evitare questa sorta di ‘’paresi’’, e agire in maniera contraria con lo scopo di ristabilire il corretto funzionamento delle articolazioni. Ovviamente questa forma di riabilitazione va fatta solo ed esclusivamente da uno specialista, poiché egli sa come indirizzare il movimento perché il nostro corpo impari nuovamente a farlo in autonomia, ma nel modo corretto.
Una riabilitazione efficace come può essere la mobilizzazione articolare, ha infatti come obiettivo quello di far tornare una determinata parte del corpo (nel nostro caso, un arto) alle funzionalità originarie, precise e corrette.
Il piano di recupero tramite la mobilizzazione articolare, nello specifico, può prevedere diversi step, a seconda della gravità del problema da affrontare. Prima di tutto, va distinta la mobilizzazione articolare attiva da quella passiva: quella passiva è solitamente la prima parte rieducativa, che prevede minimo sforzo da parte del paziente, e tutto il lavoro è svolto dallo specialista; nella mobilizzazione articolare attiva, invece, è il paziente a creare il movimento, sempre accompagnato e seguito dal medico in questione e rappresenta quindi uno step successivo.
Mobilizzazioni articolari: qualche esempio specifico
Per capire in maniera più precisa quanto la mobilizzazione articolare sia importante, facciamo qualche esempio pratico.
Molto spesso questa tipologia di riabilitazione viene fatta nella zona cervicale, una delle parti del nostro corpo più soggette a oscillazioni e che, se trascurata, può portare danni importanti a tutto l’organismo, a partire dalla postura, la contrattura delle vertebre, ecc. La mobilizzazione articolare a livello cervicale è fondamentale su un paziente che presenti problemi di postura, traumi da colpo di frusta, stress e tensione muscolare a livello del collo e delle spalle, ecc: tramite la mobilizzazione, lo specialista andrà a sciogliere le contratture della zona, in più sedute ravvicinate in un primo periodo, e via via sempre meno frequenti, ma comunque sempre importanti per mantenere e prevenire un eventuale altro ripresentarsi del problema. La mobilizzazione cervicale avviene alla base del collo, e può prevedere un totale rilassamento della zona con pressioni in determinati punti del collo, oppure anche facendo ruotare dolcemente il capo, per scaldare e sciogliere i muscoli e i nervi, sempre correttamente seguiti dallo specialista.
Anche alcuni problemi vertebrali possono essere risolti attraverso le mobilizzazioni articolari: in questo caso possono essere curati dolori causati da ernie, difficoltà nei movimenti legati ad una cattiva postura, ecc.
Mobilizzazione articolare: cosa comporta?
Se nei giorni o settimane seguenti ad una seduta di mobilizzazione articolare foste colti da mal di testa, nausea, una leggera sensazione di stordimento, non allarmatevi perché si tratta di effetti collaterali possibili. Soprattutto in zone delicate come quella delle cervicali o la colonna vertebrale, dove la mobilizzazione articolare tocca punti che hanno a che fare anche con l’equilibrio.
Per il resto, la mobilizzazione articolare non ha altri effetti collaterali e, anzi, in molti casi permette di risolvere problematiche fastidiose, l’importante è sempre farsi seguire da uno specialista che possa indicare esattamente il trattamento migliore da seguire.
Le mobilizzazioni articolari hanno l’obiettivo primario di ripristinare una corretta ampiezza dei movimenti articolari (ROM = Range of Motion) risolvendo stati di contrazione muscolare e aderenze (ad es. cicatrici aderenziali) del sistema fasciale. Ciò risulta determinante al fine di un corretto riallineamento della postura, per una corretta esecuzione dei movimenti corporei e per una sufficiente irrorazione sanguinea, in particolare, delle superfici articolari in quanto non irrorate direttamente ma per diffusione dai tessuti circostanti.
Ulteriore funzione sostanziale delle mobilizzazioni articolari è il ripristino e l’ottimizzazione della propriocettività, all’interno di un programma di rieducazione motoria, tramite la ginnastica propriocettiva.
Le mobilizzazioni articolari possono essere eseguite in maniera passiva, come avviene spesso nella fase iniziale di una rieducazione motoria, o attiva, come accade in genere durante la ginnastica (propriocettiva, posturale ecc.) e nelle fasi avanzate della rieducazione motoria.
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