La caviglia è una zona del corpo che molto spesso è soggetta a traumi: dalle slogature più frequenti alle fratture più complesse, essa va sempre curata attentamente, perché di cruciale importanza per effettuare anche i più basilari movimenti a livello quotidiano – basti pensare al camminare.
Ma perché capitano spesso lesioni alla caviglia? Prima di tutto è essenziale pensare a che posizione occupa nel nostro corpo: essa supporta le varie oscillazioni di tutto il nostro corpo, e consente al piede di muoversi in maniera corretta. Ogni movimento che facciamo da in piedi, si scarica direttamente sulle caviglie, ancor più durante la corsa, il salto, la camminata, ecc. Oltretutto la caviglia è attraversata da molti legamenti, che molto spesso, a seguito della frattura della caviglia, subiscono anch’essi dei danni.
Vi sono diversi tipi di fratture alla caviglia, di cui si identificano 4tipi: la frattura unimalleollare (con frattura di uno dei malleoli, tibiale o peroneale), bimalleolare (con la frattura di entrambi i malleoli), trimalleolare (come la bimalleolare, ma con l’aggiunta della frattura della parte posteriore della tibia) e, infine, la frattura dell’astragalo.
Quando parliamo di frattura tibio tarsica, intendiamo una frattura in cui viene coinvolta l’articolazione talocrurale che si localizza tra l’astragalo e la zona di unione tra tibia e perone. Nel linguaggio di tutti i giorni, quindi, in realtà quando parliamo di frattura della caviglia ci riferiamo proprio alla frattura tibio tarsica.
Frattura tibio tarsica: la riabilitazione
Come è facile immaginare, la riabilitazione in seguito alla frattura tibio tarsica dev’essere effettuata in maniera precisa, e riportare ad assoluta guarigione della zona. Essendo una zona importantissima per lo svolgimento di attività fondamentali, la riabilitazione deve essere seguita da un medico specialista, che possa indicare il percorso migliore da seguire, modulandolo via via con i progressi del paziente.
Le cause che portano a questo tipo di frattura sono molteplici: non solo in seguito a incidenti stradali, cadute, distorsioni, ma sono molto frequenti soprattutto per gli sportivi. Quando avviene una frattura tibio tarsica, può essere necessario l’intervento chirurgico, se tale frattura è scomposta. Una volta allineate le ossa, è opportuno cominciare un percorso di riabilitazione per riacquisire le complete funzioni della caviglia – non deve passare troppo tempo tra l’operazione chirurgica e l’inizio della fisioterapia, per evitare che vi sia un calo di muscolatura laddove, invece, essa deve essere rinforzata: ricordiamo che è questa zona del corpo a sostenerne il peso nei movimenti quotidiani.
Il trattamento consigliato dallo specialista tiene conto di diversi fattori, che ovviamente cambiano da paziente a paziente: prima di tutto è importante capire il dolore ed identificare l’eventuale gonfiore della zona, per pianificare la fisioterapia e i movimenti da fare via via; va analizzata la capacità di camminare e di effettuare specifici movimenti, più o meno ampi. La fisioterapia è fondamentale nella riabilitazione dopo una frattura tibio tarsica, per accompagnare la guarigione in maniera più efficace possibile; si tratterà di esercizi per rinforzare nuovamente la muscolatura, per migliorare l’ampiezza di movimento della caviglia, fino a riprendere le normali funzioni di deambulazione.
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